Il lavoro in quota necessita sempre la massima sicurezza. Gli operatori possono trovarsi a lavorare su superfici pendenti, scivolose e pericolose. Una componente fondamentale di questa sicurezza è l’uso appropriato dei dispositivi di protezione anticaduta suddivisi in due categorie principali: collettivi e individuali.
I dispositivi di protezione anticaduta collettiva sono sistemi in grado di proteggere più persone che accedono alla copertura. I dispositivi di protezione anticaduta individuale, combinati all’apposito equipaggiamento, proteggono un solo operatore.
Sono sistemi con differenze importanti e modalità di utilizzo specifiche. In questo articolo, analizziamo le caratteristiche dei dispositivi di protezione anticaduta collettiva e individuale. Vedremo insieme quali sono, i vantaggi che offrono e in quali contesti possiamo usarli.
Qual è la differenza tra dispositivi anticaduta collettivi e individuali
La differenza sostanziale tra dispositivi anticaduta collettivi e individuali è la loro funzione e la loro capacità di proteggere.
- I dispositivi collettivi sono pensati appunto per una collettività. Permettono quindi di accedere a una copertura a più persone garantendo la sicurezza di tutti.
- I dispositivi individuali sono pensati per un solo operatore che proteggono attraverso sistemi specifici.
Vediamoli nel dettaglio.
Quali sono i dispositivi di protezione anticaduta collettiva e come funzionano
I dispositivi di protezione anticaduta collettiva sono progettati per proteggere tutti coloro che lavorano in un’area specifica senza richiedere un’azione individuale da parte dei lavoratori (rimane la necessità di indossare gli adeguati dispositivi come caschi e strumenti tecnici determinati dal contesto). La loro funzione è prevenire il rischio di caduta per chiunque si trovi in prossimità di zone pericolose.
I più utilizzati e noti sono i parapetti ma ne esistono anche altre tipologie. Vediamole insieme:
- Parapetti: strutture permanenti o temporanee che delimitano il bordo delle superfici di lavoro sopraelevate. I parapetti sono un valido strumento per proteggere chi lavora vicino a bordi o sporgenze.
- Reti di sicurezza: si installano sotto le aree di lavoro e servono a trattenere chiunque dovesse cadere, in modo da offrire una protezione ulteriore contro le cadute.
- Passerelle protette: queste strutture sono dotate di protezioni laterali che consentono spostamenti sicuri in contesti pericolosi.
Quali sono i dispositivi di protezione anticaduta individuale e come funzionano
I dispositivi di protezione anticaduta individuale proteggono esclusivamente l’individuo che li utilizza. Si installano in quei contesti dove non è possibile installare dispositivi collettivi per motivi che possono andare dall’effettiva esigenza al costo economico.
Il più noto e utilizzato è la linea vita, un sistema di cavi e ancoraggi al quale l’operatore si lega attraverso un’imbracatura, ma ne esistono diverse tipologie. Vediamole insieme:
- Linea vita: sistema composto da cavi e ancoraggi al quale si aggancia il moschettone dell’imbracatura. Permette all’operatore di muoversi liberamente e in modo sicuro sulla copertura.
- Cordini retrattili: dispositivi che mantengono il lavoratore collegato a un punto fisso e si riavvolgono automaticamente per ridurre il rischio di inciampo.
- Treppiede anticaduta: dispositivo di sicurezza mobile utilizzato spesso negli spazi confinati. Consente salita e discesa degli operatori in ambienti pericolosi.
- Sistemi di ancoraggio mobili: questi dispositivi possono essere fissati temporaneamente a strutture come travi, tubi o colonne. Permettono al lavoratore di avere un punto di ancoraggio sicuro anche in situazioni temporanee, quando altre soluzioni non sono applicabili.
Quando è consigliato utilizzare un dispositivo collettivo anziché uno individuale e cosa dicono leggi e normative a riguardo
La scelta tra un dispositivo di protezione individuale (D.P.I.) e uno di protezione collettiva (D.P.C.) dipende dalla natura del lavoro, dall’ambiente e dai rischi specifici.
Serve una valutazione dei rischi e una progettazione accurata di cui si occuperanno dei tecnici esperti. Esistono però dei principi da seguire, stabiliti a livello legislativo.
Secondo il principio di priorità delle misure collettive, contenuto nell’articolo 15 del D.Lgs. 81/08 dedicato alla sicurezza sul lavoro, le soluzioni collettive devono essere adottate prima di ricorrere ai DPI, salvo situazioni in cui ciò non sia possibile o praticabile.
La protezione collettiva ha quindi la precedenza sui dispositivi di protezione individuale. Non sempre però questi sistemi sono installabili e utilizzabili, entrano così in campo le decisioni prese dai tecnici, sempre in conformità con leggi e normative.
In sintesi:
Si utilizzano dispositivi di sicurezza collettiva quando:
- Vogliamo ottenere la protezione di più lavoratori contemporaneamente (es: parapetti installati su un tetto piano sul quale intervengono degli operai).
- C’è un rischio continuo o ripetuto in aree di lavoro frequente (esempio: passerelle di sicurezza all’interno di un contesto industriale).
- L’installazione è possibile e il sistema efficace (esempio: se abbiamo un tetto in pendenza il parapetto può non offrire la giusta sicurezza agli operatori. Optiamo quindi per sistemi differenti).
- L’installazione è possibile anche in termini estetici ed economici (esempio: nei contesti urbani si tende a non intaccare l’estetica favorendo D.P.I. meno impattanti).
Si utilizzano i dispositivi di sicurezza individuale quando:
- Gli interventi sono temporanei o non ripetuti (esempio: la linea vita sul tetto del condominio per consentire la manutenzione annuale del fotovoltaico).
- I dispostivi di sicurezza collettiva non sono efficaci o installabili (esempio: la classica casa toscana con tetto in pendenza dove si predilige la linea vita).
Conclusioni
Da installatori di linee vita e sistemi anticaduta, sappiamo bene quanto la sicurezza sul lavoro sia importante. Intervenire su coperture quando c’è il rischio di cadere dall’alto richiede sempre una pianificazione attenta e l’adozione di dispositivi adeguati, collettivi o individuali, in base al contesto di lavoro e ad una valutazione dei rischi specifica.
Dispositivi di protezione collettiva e individuale permettono di proteggere correttamente chi lavora in altezza. Sono strumenti efficaci, scelti in base a criteri specifici, primo tra tutti la massima sicurezza ottenibile.
La scelta tra queste due tipologie non è infatti solo tecnica ma normativa: deve sempre rispettare il principio di priorità della protezione collettiva, integrato con l’esperienza e le competenze di tecnici qualificati.
Garantire la massima sicurezza significa combinare conoscenze, dispositivi e normative per proteggere ogni lavoratore, in ogni situazione.
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