Linea vita provvisoria: che cos’è e come funziona

La linea vita provvisoria è un sistema di ancoraggio temporaneo che consente di intervenire in sicurezza su tetti e coperture. Si usa in condizioni molto specifiche, per periodi brevissimi e in assenza di altri sistemi di sicurezza.

Vediamo come funziona, quali norme la regolamentano e quando può essere usata in Toscana.


Che cos’è la linea vita provvisoria

La linea vita provvisoria è un sistema di ancoraggio portatile al quale l’operatore si aggancia con apposite imbracature e cordini.

Di solito è costituita da una corda messa in tensione attraverso un cricchetto. L’ancoraggio avviene con elementi fissi già presenti sul tetto o attraverso ancoraggi provvisori, di solito fissati ad elementi strutturali stabili dell’edificio. Questo aspetto va progettato con estrema attenzione, l’ancoraggio deve essere sempre sicuro e offrire massima resistenza.

Fa parte dei dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) di terza categoria.

Linea vita provvisoria quando si usa in Toscana

Proprio come la linea vita permanente, la linea vita provvisoria funziona con imbracature e cordini


Quando si usa la linea vita provvisoria

La linea vita provvisoria si utilizza in casi molto specifici quando non sono presenti, e non è possibile implementare, altri sistemi di sicurezza.

Si usa solo negli edifici esistenti, per le nuove costruzioni è obbligatorio installare la linea vita permanente.

il Regolamento Regionale 18 dicembre 2013 della Regione Toscana, n. 75/R, predilige sempre i sistemi di sicurezza permanenti. Quando si utilizza la linea vita provvisoria è necessario specificare il motivo per cui non è stato possibile scegliere un sistema permanente.

Se ci sono le condizioni, la linea vita si può utilizzare per brevi attività di verifica e controllo localizzate.

Non può essere utilizzata come alternativa alla linea vita permanente e ad altri sistemi per muoversi in sicurezza sul tetto.


Qual è la norma di riferimento per la linea vita provvisoria

La linea vita provvisoria è regolamentata dalla UNI EN 795 – Protezione contro le cadute dall’alto – Dispositivi di ancoraggio.

Viene classificata come dispositivo di tipo B e necessita un marchio CE per essere sicura e utilizzabile.


Perché è sempre meglio utilizzare una linea vita permanente rispetto a una provvisoria

Quando fissiamo l’ancoraggio della linea vita temporanea dobbiamo essere sicuri che l’elemento strutturale dell’edificio sia abbastanza resistente per svolgere la sua funzione in caso di caduta. Gli ancoraggi devono resistere fino a 15 kN si sollecitazione in direzione della linea vita. Questo non è sempre possibile e necessita una progettazione estremamente accurata.

La linea vita provvisoria permette di svolgere attività di breve durata e localizzate su tetti e coperture. Non può essere usata per muoversi liberamente sulla superficie in quota e per interventi complessi.

In generale questo sistema provvisorio si utilizza in condizioni molto particolari, praticamente quando non abbiamo alternative.

Possiamo vederla in uso nell’allestimento dei ponteggi e in rare altre occasioni, spesso su edifici con caratteristiche particolari.

Una linea vita permanente offre più sicurezza, è più semplice da usare e consente un’accesso sicuro al tetto per il personale abilitato.

Linea vita provvisoria o fissa

La linea vita è la soluzione migliore per lavorare in sicurezza su tetti e coperture


Chi può utilizzare la linea vita provvisoria

Possono usarla operatori abilitati e con il corso per D.P.I. di terza categoria.


La linea vita provvisoria ha bisogno di manutenzione?

La linea vita provvisoria ha bisogno di manutenzione, proprio come avviene con la linea vita permanente.

I sistemi devono essere verificati e manutenuti  secondo le indicazioni fornite dal produttore.


Conclusioni

La linea vita provvisoria è uno strumento molto specifico utilizzato per interventi brevi e localizzati, specificando la motivazione della scelta e dell’assenza di altri sistemi di sicurezza.

Rientra nei D.P.I. di terza categoria ed è normata dalla UNI EN 795, che la classifica nei dispositivi di tipo B. Richiede marchio CE e manutenzione periodica.

Possono usarla operatori con il corso per i D.P.I. di terza categoria.

Non è un’alternativa alla linea vita permanente, anzi. Il Regolamento Regionale della Regione Toscana predilige sempre i sistemi di sicurezza permanenti.


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